Ma buonasera a tutti! Comincio questa recensione che è più o
meno l’una di notte, quindi forse sarebbe più appropriato augurarvi la
buonanotte… ma andiamo avanti, tanto se state leggendo non siete qui per
sentirmi sproloquiare (almeno, non così a caso)!
Per quanto riguarda la recensione di oggi, si cambia ancora
genere: ho intenzione, come avrete intuito dal titolo, di andare a parlare di
vampiri. Non tratterò tuttavia di vampiri di genere “moderno”, alla
Twilight per intenderci, e neppure dei vampiri glamour di Anne Rice o del buon vecchio
Dracula. E di cosa andrò a parlare, dunque?
Di un romanzo che del “Dracula” di Bram Stoker è figlio
diretto e che riprende tutti i cliché della più classica caccia ai vampiri:
paletti, collane di aglio, croci e acqua benedetta.
L’autore ha un nome che probabilmente ai più non dirà molto: si tratta
infatti di tale Hugh Davidson.
E chi è Hugh Davidson? Hugh Davidson è in realtà lo
pseudonimo dell’autore Edmond Hamilton, e qui già vedo gli occhi degli appassionati
di fantascienza illuminarsi.
Edmond Hamilton è, infatti, uno dei pionieri del genere
della Science Fiction. Nato a Youngstown, in Ohio, nel 1904, da una famiglia di
origini borghesi, Hamilton si distinse fin da ragazzo per la sua propensione
agli studi, nonché per il carattere estremamente introverso e sognatore. La sua
carriera come scrittore di fantascienza iniziò nel 1926 col racconto “The
Monster God of Mamurth”, che gli assicurò una collaborazione con l’editore Farnsworth Wright, lo stesso di scrittori
del calibro di H. P. Lovecraft e Robert E. Howard. Autore estremamente
prolifico, Hamilton pubblicò più di settantanove opere nel giro di ventidue
anni. Fra di esse si ricordano le saghe: “La pattuglia dello spazio”, “I
sovrani delle stelle” e, soprattutto, “Capitan Futuro”. Quest’ultima saga,
pubblicata a puntate negli anni dal 1940 al 1951, venne tra l’altro adattata in
anime nel 1978.
E visto che non mi par vero di avere una sigla anche stavolta,
ovviamente propino ai nostalgici quella della versione italiana!
Intanto, nel 1946, Hamilton inizia a lavorare per la
DC Comics , specializzandosi in storie per i
personaggi di Batman e Superman. Sempre nel ’46 sposa la scrittrice Leigh
Brackett, con cui comunque non collaborerà quasi mai a livello lavorativo. Al
matrimonio erano presenti, tra gli altri, Ray Bradbury, Jack Williamson ed
Henry Kuttner.
Edmond Hamilton o Hugh Davidson che dir si voglia, muore nel 1977 in seguito a complicazioni
dopo un intervento ai reni.
In tutta questa storia, io non ho ancora rivelato di che
libro si andrà a parlare stavolta. Non tutti sanno, infatti, che Hamilton fece
anche incursione nel genere gotico, pubblicando un romanzo e un racconto con lo
pseudonimo di Hugh Davidson e andando a trattare di vampiri. Io parlerò, come
ormai si sarà capito, del romanzo:
IL SIGNORE DEI
VAMPIRI
di Hugh Davidson
Il romanzo esce in America nel 1935 e giunge in Italia
grazie alla Newton Compton.
Di seguito la trama fornita dall’editore:
Ecco una storia di sangue, d’amore e di
morte, della quale è protagonista assoluto il Principe delle Tenebre. In questo
romanzo, il Signore dei Vampiri, che ha infettato con il germe del vampirismo
una regione montuosa dello Stato di New York, torna dopo duecento anni nella
sua terra asservendo ai suoi fini un seguito di non-morti.
Nonostante contro di lui si scateni una caccia spietata, sembra che nulla
riesca a fermare il suo cammino e la sua opera di morte e distruzione, finché…
Si tratta, come si sarà intuito, di una storia che nasce
sulla falsariga del “Dracula” di Stoker. Non ne raggiunge lo spessore, questo
va detto, ma si tratta comunque di una storia estremamente godibile.
Trattandosi di un racconto datato 1935 si porta dietro com’è
ovvio i suoi annetti, dunque bisogna partire con l’idea anzitutto che non si
parla (purtroppo o per fortuna, dipende dai punti di vista) di vampiri nel
senso moderno del termine. Anzi, gli ingredienti per una caccia ai vampiri
delle più classiche ci sono tutti: la ragazza vampirizzata (riusciranno a
salvarla? La risposta non è così ovvia!), il dottore esperto di occulto che si
trova a dover indagare, paletti di frassino, acqua benedetta, ville
abbandonate, croci e aglio a volontà. Malgrado dunque una certa prevedibilità
nello svolgimento della vicenda, ciò che mi ha tenuto incollata alle pagine
fino all’alba (perché non riuscivo a dormire e con un temporale in corso cosa
c’è di meglio di un libro di vampiri?) è stato il ritmo serrato della narrazione.
Complice infatti la brevità della storia, 160 pagine in tutto, non ci sono
tempi morti e anzi si respirano una vivacità e una genuinità sorprendenti. Si
capisce, insomma, che “Il signore dei vampiri” non ha mai aspirato a essere un
capolavoro, ma un semplice divertissement.
In questo caso, l’intento è perfettamente riuscito.
Il protagonista, il vampiro Gerritt Geisert, possiede un suo
indubbio carisma. Notevole in particolare la scena in cui la truppa dei “buoni”
si nasconde nella villa in rovina dove lui vive, con l’intento di trovare la
sua bara; Geisert, appena sveglio, li nota e molla senza tanti complimenti due
delle sue seguaci a combattere contro di loro, per poi andarsene
tranquillamente e ricomparire poco dopo con la sua bara sottobraccio, pronto a
fuggire (se la fuga gli riuscirà o meno, ve lo lascio leggere). Durante la sua
permanenza nel villaggio, Geisert cerca ovviamente di crearsi un buon numero di
seguaci, che a loro volta creano altri vampiri. Il suo intento è proprio quello
di fondare un esercito in grado di opporsi agli umani, così da potersi
riprendere le terre che un tempo gli appartenevano. Interessante è il fatto che
Geisert non caccia direttamente, ma prende il sangue dai vampiri che crea man
mano: questo li rende, a conti fatti, degli schiavi legati a lui e poco più che
delle marionette (sia pure senzienti e dotate di una propria coscienza). Ad
avermi interessato in particolare è stata la sottotrama dedicata ad Arthur
Newton, un giovane del villaggio che sparisce misteriosamente per poi
ricomparire vampiro. C’è qui un guizzo che contiene elementi della più moderna
letteratura sui vampiri: un amore che, in qualche modo, trascende la morte
stessa.
Trattasi dunque di un romanzo che io consiglio come lettura
di intrattenimento, non imprescindibile ma interessante e vivace nel suo
genere, senza ovviamente andare a confrontarlo con “Dracula” perché, come ho
detto, questo non vuole essere un capolavoro né è nato per esserlo. Da leggere anche se ne avete abbastanza di storie alla
Twilight, Vampire Diaries, ecc. e volete ritornare a una sana, serratissima
caccia ai vampiri vecchio stile.
Detto questo, buona lettura!
Titolo: “Il signore dei vampiri”
Autore: Hugh Davidson
Editore: Newton Compton
Pagine: 160
Prezzo: 6,00 €
Autore: Hugh Davidson
Editore: Newton Compton
Pagine: 160
Prezzo: 6,00 €
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